Prospettive fiscali relative ai dividendi

I dividendi rappresentano la distribuzione di una parte degli utili di una società ai soci o agli azionisti e costituiscono uno dei meccanismi più comuni di remunerazione del capitale investito.

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Nel contesto delle recenti modifiche legislative, la pianificazione strategica della distribuzione dei dividendi diventa essenziale per l’ottimizzazione fiscale e il mantenimento della liquidità dell’azienda.

1. Come saranno tassati i dividendi nel 2025 e nel 2026

Nel 2025, l’aliquota fiscale standard per i dividendi pagati è del 10%, trattenuta alla fonte dalla società al momento della distribuzione. A partire dal 1° gennaio 2026, l’aliquota fiscale sul reddito da dividendi aumenta al 16%.

Questa modifica si applica a tutte le categorie di beneficiari, comprese le persone fisiche, le società rumene e i non residenti, nell’ambito delle riforme fiscali adottate con la legge n. 141/2025.

I dividendi distribuiti sulla base dei bilanci intermedi redatti nel 2025 rimangono soggetti all’imposta del 10%, anche se la regolarizzazione avviene nel 2026.

2. Strategie di distribuzione dei dividendi

Per le società che registrano utili nel 2025 o che detengono utili non distribuiti degli esercizi precedenti, si raccomanda di approvare e pagare i dividendi prima della fine dell’anno. In questo modo, si beneficia dell’aliquota ridotta del 10%.

Le società possono anche utilizzare i bilanci intermedi per la distribuzione dei dividendi nel corso dell’anno. Questo approccio offre flessibilità finanziaria e ottimizza il flusso di cassa, a condizione che l’utile annuale giustifichi gli importi distribuiti. Se vengono distribuiti dividendi intermedi che superano l’utile annuale, la differenza dovrà essere restituita entro 60 giorni dalla data di approvazione del bilancio annuale. In caso contrario, l’ANAF può applicare multe alla società e addebitare interessi. Il compito di seguire il recupero di tali importi spetta alla direzione della società.

Se al momento dell’approvazione dei dividendi la società non dispone di liquidità sufficiente, è possibile redigere la delibera di distribuzione e il pagamento effettivo agli azionisti può essere effettuato in un secondo momento. In questo caso, si applica l’imposta in vigore alla data di distribuzione (ovvero il 10% del 2025), anche se i dividendi non vengono effettivamente pagati nel 2025. L’imposta deve essere trattenuta e versata allo Stato entro il 25 gennaio 2026.

Il prelievo dei dividendi non è obbligatorio. I soci o gli azionisti possono decidere di lasciare l’utile nella società e reinvestirlo. In alcuni casi, questa opzione può portare benefici maggiori a lungo termine rispetto al prelievo immediato.

3. Modifiche alla politica di distribuzione dei dividendi – Legge 239/2025 (pacchetto di 2 misure fiscali)

Le società che distribuiscono dividendi trimestrali non possono concedere prestiti fino alla regolarizzazione delle differenze risultanti dalla distribuzione dei dividendi.
Il mancato rispetto di tali divieti comporta la responsabilità solidale della società e del beneficiario, nonché sanzioni da parte dell’ANAF.

La distribuzione dei dividendi dagli utili dell’esercizio in corso avverrà: solo dopo la costituzione delle riserve legali, la copertura delle perdite riportate e il ripristino del patrimonio netto al livello legale. In altre parole, se il patrimonio netto della società scende al di sotto della metà del capitale sociale, i soci o gli azionisti non possono più prelevare dividendi. (Patrimonio netto = Totale attività possedute – Totale passività)

4. Redditi da dividendi, CASS, Dichiarazione unica

Per i soci o gli azionisti che nel 2025 incassano dividendi (l’importo netto risultante dopo la ritenuta alla fonte dell’imposta sui dividendi) superiori all’equivalente di 6 salari minimi economici annui (ovvero 24.300 lei nel 2025), sorge anche l’obbligo di versare il contributo previdenziale sanitario (CASS) del 10%.

È importante notare che il CASS non si applica all’importo incassato, ma sulla base di massimali rapportati al salario minimo:

  • Tra 6 e 12 salari minimi/anno (24.300 – 48.600 lei) → è dovuto il 10% di 6 salari minimi, ovvero 2.430 lei.
  • Tra 12 e 24 salari minimi/anno (48.600 – 97.200 lei) → è dovuto il 10% di 12 salari minimi, ovvero 4.860 lei.
  • Oltre 24 salari minimi/anno (oltre 97.200 lei) → è dovuto il 10% di 24 salari minimi, ovvero 9.720 lei.

La dichiarazione e il pagamento del CASS saranno effettuati tramite la Dichiarazione Unica presentata a titolo individuale, attenzione, non aziendale, entro il 25 maggio 2026.

In conclusione, un’attenta pianificazione della distribuzione dei dividendi può garantire l’ottimizzazione fiscale, il mantenimento della liquidità e la conformità legale di una società, riducendo al minimo i rischi fiscali e finanziari a cui è soggetta.