Principali modifiche fiscali introdotte dal Pacchetto 2
Dicembre 10, 2025Alexandru Franzen
Il disegno di legge introduce una serie di modifiche importanti in materia fiscale.
READ MOREA partire dal mese di novembre 2025, il valore massimo di un buono pasto è stato aumentato a 45 lei per ogni giorno lavorativo.
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Aumento del valore massimo dei buoni pasto a 45 lei
A partire dai diritti salariali aferenti al mese di novembre 2025, il valore nominale massimo del buono pasto aumenta da 40,18 lei/giorno lavorato a 45 lei/giorno lavorato. La modifica è stata introdotta dalla Legge 201/2025, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 1106/28.11.2025, che modifica la Legge n. 165/2018 riguardante l’erogazione dei buoni di valore.
Il nuovo valore rimane valido nel primo semestre del 2026, nonché nei primi tre mesi del secondo semestre del 2026 (luglio, agosto e settembre).
Qual è la tassazione dei buoni pasto?
Secondo la Legge 227/2015 sul Codice Fiscale, con le modifiche e integrazioni successive, la tassazione dei buoni pasto si applica secondo le regole di tassazione dei redditi da lavoro dipendente: verrà quindi trattenuto e versato anche il contributo di assicurazione sanitaria, ma i buoni pasto saranno esentati dal pagamento del contributo di assicurazioni sociali (25%) e del contributo assicuratorio per il lavoro (2,25%).
L’aliquota dell’imposta sul reddito applicata ai salari è del 10% e si applica secondo l’algoritmo previsto dal Codice Fiscale, art. 78, comma (2), lett. a).
L’imposta e i contributi sociali relativi ai redditi derivanti dai buoni pasto si sommano al resto delle imposte e contributi salariali trattenuti dal datore di lavoro e vengono versati al bilancio dello Stato entro il 25 del mese successivo a quello in cui vengono effettuati i pagamenti.
La legge dei buoni pasto
Secondo la Legge n. 165/2018, art. 11, comma (1), i buoni pasto sono buoni di valore concessi mensilmente ai dipendenti come indennità individuale di alimentazione, utilizzati esclusivamente per il pagamento dei pasti o per l’acquisto di prodotti alimentari.
La legislazione in vigore non impone un valore minimo dei buoni pasto; i datori di lavoro hanno la libertà di stabilire il valore dei buoni concessi, a condizione di non superare questo tetto massimo.
Sebbene i buoni pasto non siano obbligatori, rappresentano un elemento importante nelle strategie di motivazione e fidelizzazione delle risorse umane. Uno studio eJobs, svolto nel marzo 2025 su un campione di 1.162 rispondenti attivi professionalmente, mostra che l’81,6% di essi riceve buoni pasto dal proprio datore di lavoro e li considera tra i benefici più apprezzati.
Come viene indicizzato il valore dei buoni pasto?
Il valore massimo del buono pasto viene indicizzato periodicamente in base all’andamento dei prezzi dei prodotti alimentari, secondo la metodologia dell’Istituto Nazionale di Statistica.
I fattori che influenzano eventuali adeguamenti includono: l’evoluzione del tasso d’inflazione, le modifiche del salario minimo nazionale o le politiche fiscali del governo.
Secondo la Delibera n. 1045 del 28 dicembre 2018, art. 33, comma (1), il valore nominale indicizzato di un buono pasto rappresenta l’ultimo valore indicizzato del buono moltiplicato per l’indice di aumento dei prezzi al consumo registrato per le merci alimentari.
Questo indice è calcolato come rapporto tra il livello medio realizzato dell’indice nell’ultimo semestre e il livello medio dello stesso indice nel penultimo semestre, e viene comunicato dall’Istituto Nazionale di Statistica.